Investimenti – Strategie e rischi nell’economia che cambia

GUIDA PRATICA AGLI INVESTIMENTI

Cosa sono, come funzionano, cosa bisogna sapere


1. Che cos’è un investimento

Investire significa impiegare una somma di denaro con l’obiettivo di ottenere un rendimento futuro. In altre parole, è una scelta che comporta l’impiego del proprio capitale in strumenti che, con il tempo, possono generare un guadagno.

L’investimento è sempre una decisione economica consapevole, fondata sull’idea di rinunciare a una parte del proprio reddito presente per ottenere un beneficio nel futuro. Ma non esiste investimento senza rischio: il guadagno atteso non è mai garantito, e può variare nel tempo, anche in base a fattori che non possiamo controllare.

Fare un investimento, quindi, vuol dire assumersi una quota di rischio in cambio di una possibilità di rendimento. La scelta va valutata con attenzione, conoscendo bene lo strumento che si sceglie, i costi associati, i possibili scenari e il livello di rischio accettabile.

Inoltre, prima di investire è fondamentale capire se quello strumento è adatto alla propria situazione personale.

Questo significa valutare non solo il proprio livello di conoscenza finanziaria, ma anche la solidità economica e patrimoniale, l’orizzonte temporale che intendiamo dare all’investimento, cioè per quanto tempo pensiamo di poterlo detenere senza dismetterlo, la capacità di sopportare eventuali perdite e il grado di avversione o tolleranza al rischio.

Investire in modo consapevole, infatti, vuol dire trovare un equilibrio tra ciò che si desidera ottenere e ciò che si è disposti a mettere in gioco.

2. I principali prodotti di investimento

I prodotti finanziari sono gli strumenti attraverso cui possiamo investire. Ognuno ha caratteristiche, finalità, orizzonti temporali e livelli di rischio differenti. Ecco i principali:

Titoli di Stato e obbligazioni

Sono strumenti a reddito fisso. Chi li acquista presta denaro allo Stato o a un’azienda, ricevendo in cambio interessi (cedole) e il rimborso del capitale alla scadenza. Sono generalmente considerati meno rischiosi, anche se possono perdere valore se i tassi di interesse salgono o se l’emittente diventa insolvente.

Azioni

Chi compra un’azione diventa socio di un’azienda, partecipando ai suoi utili e alle sue perdite. Il rendimento deriva da eventuali dividendi e dalla variazione del prezzo di mercato. Le azioni sono strumenti a rischio più elevato, ma offrono anche maggiori opportunità di rendimento nel lungo periodo.

Fondi comuni di investimento

Sono strumenti che raccolgono i capitali di più risparmiatori per investirli in un portafoglio diversificato di titoli. Il fondo è gestito da una società specializzata. Il rischio e il rendimento dipendono dalla composizione del fondo, ma la diversificazione aiuta a ridurre il rischio specifico.

ETF (Exchange Traded Fund)

Sono fondi passivi che replicano l’andamento di un indice (come il FTSE MIB). Hanno costi più bassi rispetto ai fondi tradizionali e sono quotati in Borsa. Offrono buona diversificazione, ma restano soggetti alla volatilità del mercato.

Derivati e prodotti strutturati

Sono strumenti più complessi, che derivano il proprio valore da altri beni o indici. Possono essere usati per copertura (hedging) o per speculazione, ma comportano rischi molto elevati e non sono adatti a tutti gli investitori.

Altri strumenti di investimento

Oltre alle categorie principali, esistono numerose forme miste e innovative di investimento, che combinano caratteristiche diverse tra strumenti a reddito fisso e variabile.

Rientrano tra questi, ad esempio, le obbligazioni ibride o subordinate, che offrono rendimenti più alti ma comportano anche un rischio maggiore, poiché in caso di difficoltà dell’emittente vengono rimborsate dopo gli altri creditori non subordinati.

Vi sono poi prodotti convertibili, come le obbligazioni che possono trasformarsi in azioni su richiesta del possessore, e i prodotti assicurativo-finanziari, che uniscono una componente di investimento a una di protezione (come le polizze unit-linked).

Il mondo degli investimenti, tuttavia, non si esaurisce in queste categorie. Esistono infatti molti altri strumenti, ibridi o misti, che combinano in modo diverso caratteristiche di reddito fisso e azionario. Questa varietà rende il panorama finanziario estremamente articolato e in continua evoluzione, offrendo a ciascun investitore la possibilità di trovare soluzioni su misura — a patto, però, di conoscerle bene e valutarne attentamente rischi e opportunità.

3. Cosa dobbiamo sapere prima di investire

Investire non significa solo scegliere un prodotto. È un processo complesso che richiede attenzione a diversi fattori, da valutare prima di prendere qualsiasi decisione.

Il primo concetto da comprendere è quello di rendimento: è il guadagno che puoi ottenere da un investimento. Può arrivare sotto forma di interessi, dividendi o aumento del valore di mercato di un titolo. Si misura di solito in percentuale annua rispetto al capitale investito. Ma bisogna distinguere tra rendimento nominale, che è il valore lordo, e rendimento reale, che tiene conto dell’inflazione. Il rendimento netto, invece, è quello che ti rimane in tasca dopo aver pagato tasse e costi.

Ma il rendimento non è tutto. A ogni rendimento atteso corrisponde un rischio: la possibilità che l’investimento vada male e che tu perda, in tutto o in parte, il tuo denaro. Esistono molti tipi di rischio: di mercato, di credito, di liquidità, di cambio… Alcuni sono visibili, altri meno. Ma il principio base è semplice: più alto è il rendimento promesso, maggiore sarà il rischio che ti stai assumendo.

Un altro elemento da considerare è la liquidità di uno strumento: La liquidità misura quanto velocemente e facilmente puoi trasformare un investimento in denaro contante. In generale, titoli quotati in Borsa o strumenti negoziabili sui mercati regolamentati sono considerati molto liquidi, mentre prodotti vincolati o complessi lo sono meno.

Tuttavia, la velocità di vendita non è l’unica variabile da considerare: anche uno strumento liquido può comportare perdite rilevanti al momento della liquidazione, se il suo valore di mercato è sceso rispetto a quello di acquisto.

È il caso, ad esempio, delle azioni, che possono essere vendute rapidamente ma sempre al prezzo di mercato del momento, anche se questo risulta inferiore al prezzo d’ingresso.

La stessa cosa può accadere anche con obbligazioni e titoli di Stato come i BTP, il cui prezzo può variare nel tempo in base all’andamento dei tassi di interesse.

Per questo, valutare la liquidità significa non solo chiedersi “quanto facilmente posso vendere?”, ma anche “a quale prezzo potrei farlo?”.

Fondamentale è anche l’orizzonte temporale: per quanto tempo puoi o vuoi tenere immobilizzato quel capitale? Gli investimenti a lungo termine possono sopportare maggiori oscillazioni; quelli a breve termine devono essere più stabili.

Infine, è essenziale conoscere il tuo profilo personale: quali sono i tuoi obiettivi? Hai bisogno di sicurezza o punti alla crescita? Quanto puoi permetterti di perdere senza compromettere la tua serenità? La risposta a queste domande è la base di ogni scelta di investimento sana.

4. Il ruolo della MiFID II: trasparenza, protezione, responsabilità

Dal 2018 è in vigore la MiFID II, la direttiva europea che disciplina in modo dettagliato i servizi di investimento offerti da banche, SIM e altri intermediari. Il suo scopo è proteggere gli investitori e assicurare che i prodotti finanziari siano venduti in modo corretto e trasparente.

Chi offre prodotti finanziari ha l’obbligo di classificarti in base alla tua esperienza e conoscenza: cliente al dettaglio, cliente professionale o controparte qualificata. Questa classificazione serve a stabilire il grado di protezione che ti spetta, massimo nel caso di cliente al dettaglio, considerato il più vulnerabile rispetto a chi “è del mestiere”.

Inoltre, deve raccogliere informazioni precise sulla tua situazione finanziaria, sui tuoi obiettivi, sulla tua propensione al rischio. In base a queste informazioni, deve verificare se un prodotto è adeguato o appropriato per te. Non può proporre strumenti che non sei in grado di comprendere, né ignorare il tuo profilo per venderti qualcosa di rischioso.

La MiFID II impone anche il rispetto del principio di best execution, cioè l’obbligo per l’intermediario di eseguire i tuoi ordini alle migliori condizioni possibili, tenendo conto di prezzo, rapidità e costi.

Altro aspetto chiave è la gestione dei conflitti di interesse: se un consulente ha un vantaggio personale a offrirti un certo prodotto, deve informarti in modo chiaro, per iscritto, prima di procedere. La regola è semplice: l’interesse del cliente viene prima di tutto.

Infine, l’intermediario deve spiegarti in modo trasparente tutti i costi legati all’investimento: commissioni, spese di gestione, oneri fiscali. Nessuna voce deve essere nascosta o ambigua.

5. Altri strumenti di tutela: educazione, informazione e rendicontazione

Oltre alla normativa MiFID, chi investe può contare su altri strumenti di tutela, che passano soprattutto dalla trasparenza e dall’accesso alle informazioni.

La documentazione informativa è il primo strumento di difesa. Ogni prodotto finanziario deve essere accompagnato da un set di documenti obbligatori, tra cui il KID (Key Information Document): un foglio standardizzato che spiega in modo chiaro e sintetico le caratteristiche del prodotto, i rischi, i costi e i possibili scenari di rendimento. È un documento da leggere sempre prima di firmare qualsiasi contratto.

Anche la rendicontazione periodica è fondamentale. Gli intermediari devono inviarti, almeno una volta l’anno, un rendiconto dettagliato con l’andamento dei tuoi investimenti, i costi sostenuti, il rendimento ottenuto e il valore finale del portafoglio.

Un ruolo chiave è giocato anche dall’educazione finanziaria. Comprendere i concetti di base – come rendimento, rischio, diversificazione – è il primo passo per diventare investitori consapevoli e difendersi da errori, pressioni o promesse ingannevoli. Sempre più iniziative pubbliche e private mettono a disposizione corsi gratuiti, webinar, strumenti digitali per aumentare la cultura finanziaria di tutti, soprattutto delle categorie più vulnerabili.

Infine, in caso di problemi, dubbi o comportamenti scorretti da parte dell’intermediario, ogni cliente ha il diritto di accedere ai canali di reclamo previsti dalla normativa, rivolgendosi alla banca, alla Consob, o a sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, come l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF).


 Glossario essenziale degli investimenti

Strumento finanziario

È un “oggetto” di investimento: può essere un’azione, un’obbligazione, un fondo, un derivato, ecc. Sono gli strumenti attraverso cui si investe sui mercati.

Titolo di Stato

È un prestito che il cittadino fa allo Stato. In cambio riceve interessi (cedole) e il rimborso alla scadenza. Sono considerati tra gli investimenti più sicuri.

Obbligazione

Titolo di debito emesso da un’impresa o da un ente pubblico. L’investitore presta denaro e riceve interessi. Più alto il rischio dell’emittente, maggiore il rendimento richiesto.

Azione

Titolo che rappresenta una quota di proprietà di una società. Il suo valore può salire o scendere. L’azione può dare diritto a dividendi.

Fondo comune di investimento

È un “contenitore” gestito da professionisti che investe i soldi di molti risparmiatori in vari strumenti. Permette di diversificare anche con somme piccole.

ETF (Exchange Traded Fund)

È un fondo negoziato in Borsa, che replica un indice di mercato. Ha costi ridotti e offre diversificazione. Il suo prezzo varia in tempo reale.

Rendimento

È il guadagno di un investimento. Può essere espresso in percentuale annua e deriva da interessi, dividendi o aumento di valore del capitale investito.

Rischio finanziario

È la possibilità che l’investimento perda valore. Ogni investimento ha un suo livello di rischio, che va sempre confrontato con il rendimento atteso.

Liquidità

Indica quanto è facile trasformare un investimento in denaro contante senza perdere troppo valore. I titoli quotati sono molto liquidi, i prodotti complessi meno.

Orizzonte temporale

È il periodo per cui si intende mantenere un investimento. Più è lungo, più è possibile sopportare le oscillazioni del mercato.

Diversificazione

È la strategia di “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”: distribuire i risparmi su più strumenti per ridurre i rischi.

Consulenza finanziaria

Servizio in cui l’intermediario fornisce raccomandazioni personalizzate sull’investimento, sulla base del profilo del cliente.

Gestione di portafoglio

L’investitore affida la gestione dei propri soldi a un professionista, che prende decisioni in autonomia secondo il mandato ricevuto.

Profilazione del cliente (MiFID II)

Processo attraverso cui l’intermediario raccoglie informazioni su conoscenze, reddito, obiettivi e rischio del cliente per proporre solo strumenti adeguati.

Test di adeguatezza e appropriatezza

Verifiche obbligatorie che servono a capire se un prodotto è adatto al cliente. Il test di adeguatezza è più completo, richiesto per consulenza o gestione.

Execution only

Modalità in cui il cliente sceglie un prodotto senza che l’intermediario valuti se è appropriato. Vale solo per strumenti “non complessi” e su iniziativa del cliente.

Best execution

Principio secondo cui l’intermediario deve eseguire gli ordini del cliente alle migliori condizioni possibili, considerando prezzo, costi, rapidità, ecc.

Conflitto di interesse

Situazione in cui l’interesse dell’intermediario può entrare in contrasto con quello del cliente. Deve essere gestito, evitato o segnalato.

KID (Key Information Document)

Documento informativo obbligatorio che sintetizza in modo chiaro e standardizzato costi, rischi, scenari di rendimento di un prodotto finanziario.


 Box Esplicativi

Lo sai che… il rischio zero non esiste?

Anche i prodotti che sembrano più sicuri, come i titoli di Stato, hanno un margine di rischio: pensiamo al rischio di inflazione, ai tassi di interesse, o addirittura a quello di insolvenza. La chiave è conoscere e gestire il rischio, non evitarlo a tutti i costi.

Rendimento e rischio: un equilibrio da capire

Cercare un rendimento elevato è legittimo, ma ogni punto percentuale in più può comportare una maggiore esposizione. In finanza, non esistono miracoli: più guadagno potenziale significa più incertezza. Se un investimento promette tanto e sembra troppo bello per essere vero… probabilmente lo è.

Il KID: il foglio che ti salva

Prima di sottoscrivere un prodotto finanziario, leggi sempre il Key Information Document. È un documento sintetico, ma completo: ti spiega costi, rischi, scenari, rendimento atteso e durata. Può sembrare tecnico, ma è scritto in modo standard proprio per essere chiaro anche a chi non è esperto.

Il profilo dell’investitore? È come un’impronta digitale

Ogni persona ha un profilo diverso: c’è chi ama la stabilità e chi cerca opportunità. Per questo, MiFID impone alla banca di conoscere il cliente prima di proporre un prodotto. Sii sincero nelle risposte: servono a tutelarti, non a giudicarti.

Perché l’orizzonte temporale è fondamentale

Investire in un prodotto a lungo termine e aver bisogno di quei soldi dopo sei mesi è uno degli errori più comuni. Il “tempo” è un fattore cruciale: più lungo è l’orizzonte, maggiore è la capacità di assorbire le oscillazioni di mercato.

I costi contano (e si vedono alla lunga)

Un prodotto con costi annui del 2% può sembrare simile a uno che ne ha solo l’1%. Ma in 10 anni, la differenza può diventare enorme. Anche piccole commissioni possono mangiare una parte importante del rendimento.

Come leggere un rendiconto?

Il rendiconto annuale ti dice tutto: quanti soldi hai guadagnato o perso, quanto hai pagato in costi e commissioni, e come si è comportato il portafoglio. Prenditi il tempo per leggerlo con calma: è lo specchio del tuo investimento.