Negli anni la circolazione dei dati personali ha assunto un ruolo centrale e un’importanza enorme sia a livello sociale che economico, tanto per lo Stato quanto per i privati.
Da una concezione originaria di privacy, risalente a fine Ottocento, come “diritto a essere lasciati soli” a quella moderna di diritto all’autodeterminazione informativa, secondo la quale ciascuna persona dovrebbe essere in grado di controllare il flusso di informazioni che la riguardano, direttamente o indirettamente.
A livello comunitario il diritto alla protezione dei dati emerge in primo luogo da due delle norme fondamentali dell’Unione Europea, il Trattato sul Funzionamento dell’UE (art. 16) e la Carta dei diritti fondamentali dell’UE (art. 8), in queste norme viene affermato che “Ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano“.
Tale diritto fondamentale dell’individuo ha trovato una sua disciplina dapprima nel Codice Privacy italiano (d.lgs. 196/2003) e poi nel regolamento europeo n.679/2016 noto come GDPR, diventato operativo in Italia a maggio 2018.
Oltre alla raccolta del dato in sé, rileva anche il suo trattamento da parte del soggetto acquirente che dovrà garantire la conservazione e l’utilizzo per le finalità per le quali è stato conferito.