COS’È L’ANTIRICICLAGGIO?
L’antiriciclaggio è l’insieme delle norme volte a prevenire e contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo, attività criminali che costituiscono una minaccia per l’economia legale.
IL RICICLAGGIO
In Italia il riciclaggio è un reato previsto dall’articolo 648 bis del codice penale. Banche, intermediari finanziari, assicurazioni e varie categorie di professionisti sono obbligati al rispetto di specifiche disposizioni per prevenire e identificare fenomeni di riciclaggio secondo quanto previsto dal decreto legislativo 231 del 2007.
Negli anni sono stati introdotti e più volte modificati i limiti antiriciclaggio sull’uso dei contanti e sulla verifica di operazioni sospette di movimentazione di denaro a partire da una certa cifra. Ma le persone conoscono i limiti sull’uso dei contanti?
FINO A CHE CIFRA SI PUÒ PAGARE IN CONTANTI?
La soglia massima per l’uso del denaro contante da parte dei cittadini italiani è di 3.000 euro.
Da questa cifra di spesa in su occorre fare un pagamento tracciabile, ossia tramite carta di credito, assegno o bonifico bancario o postale.
QUANTI SOLDI SI POSSONO PRELEVARE IN BANCA PRIMA CHE SCATTI LA SEGNALAZIONE ANTIRICICLAGGIO?
La legge antiriciclaggio ha introdotto dal 1° aprile 2019 l’obbligo di comunicare all’Uif (l’Unità di informazione finanziaria) le movimentazioni di denaro pari o superiori ai 10mila euro mensili, sia come prelievi sia come versamenti sul conto corrente.
La comunicazione è obbligatoria nel momento in cui il cliente della banca fa dei prelievi o dei versamenti superiori ai 10 mila euro in un mese, sia in unica cifra sia in maniera frazionata
E DAL BANCOMAT?
Non bisogna confondere i limiti di prelievo della carta, che ha soglie definite per ciascun cliente, con quelli dell’antiriciclaggio e in questo caso il tetto è sempre 10.000 euro. I limiti di prelievo, infatti, cambiano sulla base della tipologia della carta, e sono modificabili su richiesta del cliente entro certe soglie, ma per l’antiriciclaggio è il denaro contante in generale ad essere un sorvegliato speciale. E non solo. Lo è anche per quel che riguarda i controlli antievasione da parte di Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate.
COSA SONO LE SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI SOSPETTE?
Il decreto 231 del 2007 impone ad un’ampia platea di soggetti (cd. “obbligati“) di portare a conoscenza della UIF, le operazioni per le quali “sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. O che, comunque, i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa“.
MA COME SI INQUADRA L’OPERAZIONE SOSPETTA?
Può essere desunta da caratteristiche, entità e natura delle operazioni, dal loro collegamento o frazionamento o da qualsiasi altra circostanza conosciuta dai segnalanti in ragione delle funzioni esercitate, tenuto conto anche della capacità economica o dell’attività svolta dai soggetti cui le operazioni sono riferite.
La legge coinvolge in questa materia sia le banche, sia le società che gestiscono la moneta elettronica, sia i professionisti: avvocati, commercialisti, notai, intermediari finanziari ed altro. Tutti sono obbligati a collaborare nella lotta al riciclaggio di denaro.