Mentre la variante sudafricana è ancora allo studio da parte dell’Oms, la banca d’affari americana calcola i possibili scenari sulla crescita, non escludendo dei potenziali vantaggi
In un recentissimo report, gli economisti di Goldman Sachs hanno elaborato quattro scenari relativi al potenziale impatto sull’economia della nuova variante di coronavirus. Eccone una sintesi.
Nella prima opzione valutata, si analizza uno scenario negativo, in cui Omicron ha un tasso di trasmissione più veloce della variante Delta. Ciò si tradurrebbe in un rallentamento della crescita globale nel periodo gennaio-marzo 2022. Per il 2022, nel complesso, l’economia globale dovrebbe ancora crescere del 4,2%, mentre le prospettive di inflazione appaiono “ambigue”.
In una seconda opzione, che prende sotto esame uno scenario di grave svantaggio, con la malattia e l’immunità sostanzialmente peggiori rispetto alla variante Delta, la crescita economica mondiale subirebbe un colpo più consistente, mentre “l’impatto dell’inflazione pare anche in questo caso ambiguo”.
In caso di falso allarme – quindi un terzo scenario – in cui Omicron si diffonde, invece, più lentamente del ceppo Delta del coronavirus, non ci sarebbero conseguenze significative sulla crescita globale e sull’inflazione.
Gli economisti della banca americana hanno poi considerato anche un’opzione di cosiddetto vantaggio: se Omicron fosse leggermente più trasmissibile, ma causasse una malattia molto meno grave, si creerebbe una sorta di “normalizzazione”. Di conseguenza, una riduzione netta degli effetti della malattia permetterebbero una crescita globale superiore alle attuali previsioni di Goldman Sachs. Ciò comporterebbe un’inflazione più bassa, in quanto gli esperti prevedono, in questo caso, un riequilibrio fra ripresa della domanda di beni e l’offerta.
Roma, 30 novembre 2021