Cresce il Pil, ma non i salari: l’Italia è l’unico Paese europeo in cui sono diminuiti rispetto a 30 anni fa
La pandemia ha messo a dura prova le economie di tutti i Paesi, creando disoccupazione e aggravando ulteriormente situazioni di crisi preesistenti. Nonostante ciò, in quasi tutta Europa i salari medi annuali sono aumentati, tranne in Italia.
È quanto emerge da un’indagine dell’Ocse: tra il 2019 e il 2020, i salari medi sono aumentati nei Paesi Bassi, in Slovenia, nei Paesi baltici. Un lieve calo è stato registrato in Francia (3,2%) e in Spagna (2,9%). In Italia, la diminuzione è stata molto più netta: 5,9%.
Nel nostro Paese, il reddito medio disponibile pro-capite corretto è di 26.588 dollari, inferiore alla media Ocse di 33.604 dollari annui. Infatti, mentre il Pil cresce, i salari non fanno altrettanto: secondo la Banca Mondiale, il Prodotto Interno Lordo pro-capite è cresciuto in Italia del 52% nel periodo 1990-2020. Al contrario, l’Ocse registra che il salario medio annuale è diminuito del 3% in 30 anni.
C’è inoltre un gap notevole tra i più ricchi e i più poveri: il 20% più ricco della popolazione guadagna oltre sei volte tanto il 20% più povero.
Sul fronte dell’occupazione, i risultati dell’indagine dicono che il 58% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito. Il dato è inferiore alla media occupazionale Ocse del 68%. Circa il 67% degli uomini svolge un lavoro retribuito, rispetto al 49% delle donne.
Strettamente connesso al tema occupazione, troviamo quello dell’istruzione: buona istruzione e giuste competenze rappresentano requisiti importanti per trovare un lavoro. In Italia, il 61% degli adulti di età compresa tra 25 e 64 anni ha completato l’istruzione secondaria superiore: un dato al di sotto della media Ocse del 78%. Nello specifico, il 59% degli uomini ha completato con successo la scuola superiore rispetto al 63% delle donne. In questo caso i numeri sono in linea con la media: infatti, in tutti i Paesi dell’Ocse è più probabile che gli uomini non siano in possesso di un titolo di istruzione secondaria superiore rispetto alle donne della stessa fascia di età.
Tuttavia, sebbene le donne conseguano risultati più elevati, il loro tasso di occupazione è inferiore a quello degli uomini. Non solo: le donne guadagnano circa il 76-78% delle retribuzioni degli uomini, a prescindere dal livello di istruzione. A dimostrazione di come sia ancora lontana una soluzione all’annosa questione del gender gap.
Roma, 26 novembre 2021