Maggiore consapevolezza finanziaria corrisponde a lavoratori felici e produttivi e a un’immagine aziendale positiva e vincente: ecco perché sempre più aziende investono in questa nuova frontiera di welfare
Se è vero che l’educazione finanziaria vede generalmente tra i propri attori la pubblica amministrazione e le organizzazioni sociali, che si rivolgono ai cittadini mettendo a loro disposizione educatori finanziari competenti e progetti ad hoc, sono sempre più numerose le imprese che offrono ai propri dipendenti un servizio di educazione finanziaria all’interno delle proprie attività di welfare aziendale.
O almeno è quanto emerge dagli studi di Percorsi di secondo Welfare, il laboratorio dell’Università degli studi di Milano che dal 2011 amplia e diffonde il dibattito sui cambiamenti in atto nel welfare italiano.
La ricerca universitaria dimostra come, accanto ai tradizionali servizi di welfare legati a beni e servizi messi a disposizione dei lavoratori per accrescere il potere di spesa, la salute e in generale il benessere dell’intero nucleo famigliare, le aziende stiano ora offrendo nuovi servizi mirati a supportare i lavoratori nell’acquisire maggiore consapevolezza sulla propria economia personale e famigliare.
Una scelta che pare rivelarsi particolarmente premiante per le aziende: un lavoratore più consapevole e che riesce a gestire meglio e con maggiore sicurezza le proprie scelte economiche diventa anche una persona più serena e soddisfatta, e ciò incide positivamente anche sulla produttività.
Non solo: l’educazione finanziaria intesa come welfare aziendale può apportare all’azienda numerosi benefici anche in termini di opportunità e immagine. Infatti, oltre ad indurre crescente fidelizzazione e soddisfazione al proprio interno, ossia sul posto di lavoro, tra i propri dipendenti, offrire servizi di questo genere dà all’azienda maggiore attrattività rispetto ai nuovi talenti e al mercato, quindi ai suoi pubblici esterni.
Infine, un dato importante supportato da numerose ricerche internazionali: pare che molti degli incidenti sul posto di lavoro siano causati da stress correlato a preoccupazioni economico-finanziarie e che il lavoro delle Risorse Umane sia legato principalmente alle richieste di lavoratori con problemi finanziari. Un esempio è uno studio del 2014, “Promuovere la salute mentale sul luogo di lavoro” promosso dalla Commissione Europea “Occupazione, affari sociali e inclusione”: la ricerca dimostra come preoccupazioni di carattere economico in genere (situazione del mercato del lavoro, tipo di contratto, reddito, previdenza per il futuro) rappresentino fattori a rischio per un reale benessere psicologico del lavoratore e quindi per uno svolgimento delle proprie mansioni in totale sicurezza.
Ecco allora facilmente spiegato come l’educazione finanziaria, intesa come strumento di welfare aziendale, stia diventando sempre più diffusa ed apprezzata, sia da parte dell’azienda che del lavoratore.
Roma, 10 novembre 2021