Quasi il 40% degli italiani ha retto bene alle difficoltà economiche causate dal Covid e il 45% è riuscita ad accumulare risparmi: tutti i risultati dell’indagine condotta da Acri e Ipsos in occasione della 97° Giornata Mondiale del Risparmio
Giovedì 21 ottobre 2021, in occasione della 97a Giornata Mondiale del Risparmio, Acri ha presentato i risultati dell’annuale indagine sugli Italiani e il Risparmio, studio che da vent’anni realizza insieme a Ipsos appositamente per questo evento.
“Risparmio privato e risorse europee per la ripartenza del Paese” è, nello specifico, il titolo dell’odierna edizione, a cui sono intervenuti Francesco Profumo, presidente di Acri, Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze.
È un quadro complessivamente positivo quello che viene delineato, che racconta la capacità dimostrata dagli italiani di “reggere” di fronte al difficile periodo economico causato dalla pandemia di Covid, mantenendo una propensione al risparmio che si tramuta anche, in buona percentuale, in interesse verso forme di investimento che siano di garanzia per il futuro.
I risultati dell’indagine in sintesi
(a fine articolo è possibile consultare e scaricare il documento integrale)
– Il senso di pericolo e minaccia derivante dalla pandemia si è notevolmente ridotto, inducendo più della metà degli italiani (54%) a pensare che il peggio sia alle spalle e che la fine dell’emergenza sanitaria sia sempre più vicina.
– Un’ampia quota di italiani si è dimostrata in grado di resistere alle difficoltà economiche (38%), con una situazione in miglioramento (13%), accanto ad un’altra quota (49% vs 47% nel 2020), in crescita, che ha esaurito o è prossima ad esaurire le risorse economiche a propria disposizione.
– Rimane sempre molto alta la percentuale di italiani che sono riusciti ad accumulare risparmi negli ultimi 12 mesi (45%): più della metà degli italiani dichiara di riuscire ad accantonare del denaro senza troppe rinunce (53%), sebbene questa percentuale sia in flessione rispetto allo scorso anno (58%). Al contempo, però, è tornato a risalire, rispetto al 2020, il numero di famiglie che ha dovuto fare ricorso a risorse proprie o a prestiti (19% vs 16% nel 2020).
– Il ritorno ad uno stile di vita più simile al passato induce un terzo degli italiani (33%) a vivere il risparmio con meno serenità, così come osservato nel 2019 (34%): ciò dipende anche dalla ripresa dei consumi, soprattutto beni di prima necessità, che distolgono le risorse familiari dal risparmio, oltre a dinamiche inflazionistiche.
– La preferenza per la liquidità si attenua, sebbene concentri ancora l’attenzione di più del 60% degli italiani. L’interesse verso forme di investimento cresce progressivamente e lentamente nel tempo (37% vs 35% nel 2020), maturando negli italiani la convinzione che sia meglio investire il proprio risparmio.
– Si rafforza la convinzione che il risparmio privato sia funzionale alla crescita e allo sviluppo del Paese: per il 79% degli italiani, cittadini ed istituzioni devono fare squadra e puntare agli stessi obiettivi. Il futuro prossimo viene visto con fiducia, rimane però forte l’incertezza su un orizzonte più lungo.
– Un altro aspetto che l’indagine ha messo in luce è la rinnovata fiducia nell’Unione Europea, che raggiunge il livello più alto degli ultimi 10 anni.
– A costruire questo effetto generale di positività hanno contribuito gli aiuti europei e il PNRR, insieme alla fiducia nel Governo e nel suo operato, che portano il 40% degli italiani ad intravedere prospettive di miglioramento per l’Italia e l’Europa nei prossimi anni.
Roma, 21 ottobre 2021