La cultura dell’integrità è fondamento per una vendita responsabile

Dalla la crisi del 2007 anche i meno esperti hanno imparato a conoscere alcuni meccanismi economici-finanziari. Purtroppo è rimasta una certa diffidenza. Una scarsa fiducia che rischia di danneggiare seriamente il settore della gestione del risparmio e, soprattutto, il ruolo di chi è investito della carica di consigliare ai risparmiatori una giusta strategia di investimento. Gli scandali che hanno travolto alcune banche, i risvolti giudiziari, il lento ingranaggio della giustizia, hanno provocato sfiducia nella clientela. Non sempre si è trattato di condotte illecite, ma comunque il risultato è stato lo stesso. Basti pensare ai tanti pensionati, di 80 anni, ai quali sono stati venduti prodotti assicurativi a 10anni di rendimento. Prodotti validi, ma evidentemente venduti alle persone sbagliate. Il fulcro della questione è la vendita responsabile dei prodotti finanziari, a tutela di lavoratori e clientela.

«Come Fabi-Assonova riteniamo che il recupero della fiducia dei cittadini verso le banche passi attraverso un programma di sviluppo dell’integrità e una prospettiva di responsabilità sociale – spiega Giuliano Xausa, segretario nazionale Fabi e presidente Assonova -. Nel 2018 siamo stati project leader nella redazione della Prassi di Riferimento UNI Pdr 41:2018 ‘Gestione dell’integrità professionale degli intermediari finanziari’. Il testo è stato adottato nel 2019 dal Ministero del Tesoro come riferimento per le banche etiche per poter essere dichiarate tali.  Da qui è nato poi il percorso educativo individuale ‘lo sviluppo del ragionamento etico’ che si propone di sensibilizzare e stimolare la consapevolezza delle proprie motivazioni morali. Alla fine del percorso è possibile ottenere la qualifica di ‘ethical leader’. Oggi – conclude Xausa – è un percorso riservato ai sindacalisti ma che vorremmo proporre presto a tutti i consulenti finanziari».

La cultura dell’integrità, dunque, come fondamento. Perché ciò avvenga non è sufficiente una attività basata sulle norme, sul prodotto lecito, ma anche una certa scala di valori.

«Quello che ci interessa non è indagare la coscienza propria di ognuno, ovviamente. Ma, sicuramente, stabilire un confine netto che impedisca di andare oltre e dover assistere ancora a scandali come quelli appena visti. Nel 2017 – continua Xausa – abbiamo firmato con Abi un protocollo per bandire le pressioni commerciali. Quel protocollo è stato assunto nel nuovo contratto nazionale dei bancari chiuso a dicembre scorso e rappresenta una svolta sulla vendita di prodotti finanziari allo sportello. Si tratta a nostro avviso di una stretta alle pressioni commerciali grazie alla quale in banca ci saranno maggiori protezioni sia per i lavoratori sia per i clienti per quanto riguarda la consapevolezza nelle scelte d’investimento e l’acquisto di prodotti finanziari».