Niente più prodotti a rischio un tanto al mese senza una chiara e attenta valutazione. I sindacati del credito, Fabi in testa, ne hanno fatto la loro bandiera in questi ultimi anni, e ben prima che si verificassero i fatti di cronaca che tutti conosciamo.
Vale la pena ricordare che a marzo del 2017 i rappresentanti dei lavoratori bancari riuscirono ad ottenere dall’Abi la sottoscrizione di un accordo per politiche commerciali più responsabili. Ottenendo un grande risultato e, finalmente, voce in capitolo sull’argomento. Ma la vera svolta l’hanno ottenuta nel dicembre scorso, alla firma del Contratto collettivo nazionale dei lavoratori bancari. L’accordo di marzo ne è, infatti, entrato a far parte a pieno titoli, insieme ad una precisazione di non poco conto: la verifica sui dipendenti non passi più dal raggiungimento degli obiettivi quantitativi di vendite. Spalle più leggere, dunque, per i lavoratori che non dovranno subire le continue pressioni dall’alto, e maggiori garanzie per i clienti, che ora saranno più tutelati. I lavoratori potranno denunciare eventuali pressioni dall’alto e non potranno più essere penalizzati per non aver raggiunto un quantitativo sufficiente di budget. Da una parte, quella dei lavoratori, c’è finalmente lo stop alle mail e alle riunioni umilianti, alle minacce di trasferimento o di mancata carriera. Almeno sulla carta. Ma certo la Fabi, che tra i lavoratori rappresenta la quota di maggioranza, rimarrà vigile.
«Se si ritiene che un prodotto finanziario – ha detto Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi – sia un bidone per la clientela, si sottopone la questione alla commissione aziendale, aprendo un confronto direttamente coi banchieri. Se anche in questo caso la situazione non si risolve, i sindacati hanno le mani libere per presentare denunce in tutte le sedi opportune».
Entrando nel particolare, l’accordo del 2017 (oggi nel contratto nazionale) prevede: la costituzione di un commissione sia a livello di banca o gruppo, sia nazionale (come ricordato da Sileoni, ndr); specifica attenzione è posta verso la formazione del personale impegnato nella rete di attività di vendita, al fine di una corretta valutazione, nel caso di prodotti finanziari, della “propensione al rischio” del cliente rispetto alle caratteristiche del prodotto; che il monitoraggio per la verifica degli andamenti commerciali sia attuato tramite modalità strutturate, così da evitare condotte improprie ed indebite pressioni, lesive della dignità professionale dei lavoratori. Ma non saranno solo i lavoratori bancari a giovarsi dell’accordo.
«Grazie a questo accordo, per la prima volta, il contratto nazionale tutela, oltre i dipendenti, anche i clienti, perché consentirà una condivisione sui prodotti venduti allo sportello e un controllo diretto sulle pressioni commerciali» conclude Sileoni.